Il PENSIERO è un’attività
della nostra mente e possiede una dimensione COSCIENTE ed una INCONSCIA.
La mente, operando su entrambi i livelli, attua processi che ci permettono di
costruire una visione del mondo, sotto forma di idee, valori, concetti, critica
e giudizi. Un ruolo fondamentale è ricoperto dall’IMMAGINAZIONE, che ci mostra
anche come vorremmo che fosse il mondo, e non solo com’è.
L’etimologia (dal latino pensum “pesare”, relativo al quantitativo di lana che veniva pesato per poi essere trattato) concepisce il pensiero come un filo semplice che, grazie allla sua lavorazione (elaborazione), è in grado di comporre oggetti complessi.
COME FUNZIONA IL PENSIERO?
Il pensiero si muove attraverso
due capacità: SINTESI e ANALISI.
La sintesi è la nostra capacità di astrazione, ovvero noi costruiamo delle
teorie su ciò che ci circonda e su ciò che viviamo. Tali teorie guidano la
formazione di idee e valori che determineranno i nostri comportamenti.
L’analisi ha una dimensione più concreta e ci permette di osservare le nostre
esperienze ed esaminare le informazioni a cui accediamo. Tale processo in
principio (durante lo sviluppo) crea modelli mentali astratti e,
successivamente, li rafforza o li smentisce, modificandoli, permettendoci così
di cambiare idea e adattarci all’ambiente, in base alle nuove esperienze.
Tali capacità comunicano continuamente, permettendoci un flusso di pensiero che
si muove sia in senso INDUTTIVO (dall’esperienza particolare alla formazione di
una teoria generale), sia DEDUTTIVO (partiamo dalle nostre teorie sul mondo per
spiegare ciò che ci circonda).
Il pensiero ha sempre un obiettivo, che si può riassumere nella possibilità di
muoverci al meglio nel nostro ambiente e nelle nostre relazioni, fissando mete
realistiche volte alla REALIZZAZIONE personale.
Esso non può esimersi dal DIALOGO: è attraverso il confronto con gli altri che
il pensiero si sviluppa, si mette in discussione e si plasma continuamente in
modo costruttivo.
Il pensiero non ha solo una componente razionale ma integra la logica con l’ascolto della dimensione EMOTIVA e AFFETTIVA. A questo proposito, è in voga il modo di dire “ragionare con la mente o con il cuore”: un pensiero adeguatamente allenato non separa tali aspetti ma li fa dialogare, in modo da evitare un atteggiamento eccessivamente rigido, cinico o, al contrario, marcatamente impulsivo.
Anche il corpo ha un ruolo
nei processi di pensiero: abbiamo infatti una MEMORIA CORPOREA che registra le
esperienze e ne riconosce il nesso con gli episodi attuali, comunicadolo
internamente attraverso reazioni fisiche e stati d’animo.
Il corpo può inoltre diventare il depositario di elementi della nostra mente
che restano bloccati sotto la soglia della coscienza, esprimendoli attraverso
reazioni automatiche e sintomi psicosomatici.
LA PSICOTERAPIA
Quando il pensiero, anziché
agevolare la nostra vita la limita, un percorso psicoterapeutico è sicuramente
l’intervento più indicato.
Per riportare alcuni esempi: può succedere che si inneschino meccanismi in cui
il pensiero assume un carattere ossessivo, in cui si tende a rimuginare
eccessivamente con un conseguente blocco e l’incapacità di prendere decisioni.
Il pensiero può anche assumere tratti “persecutori”, in cui ci si
sente costantemente al centro di critiche e giudizi negativi. Oppure, il
pensiero può incontrare difficoltà nel gestire gli impulsi e le scariche
emotive. O ancora, ci si rende conto di ripetere costantemente gli stessi
errori e di ritrovarsi ripetutamente in situazioni personali, sociali o
relazionali disfunzionali.
Riprendendo un concetto Freudiano, l’obiettivo della psicoanalisi dovrebbe
essere non quello di mutare il pensiero, ma di cambiare il grado di
CONSAPEVOLEZZA della persona rispetto ai propri processi di pensiero, in modo
che possa gestire ciò che prima la condizionava a livello inconscio.
IN CONCLUSIONE
Il pensiero è, sì, un
processo che si innesca automaticamente, tuttavia è fondamentale educare ed
allenare il nostro ad essere un PENSIERO CRITICO, perché un pensiero pigro
diventa rigido, influenzabile e vittima di preconcetti e di superstizione.
Perché avvenga ciò, è fondamentale porsi domande e stimolare la curiosità e
l’approfondimento. A tale proposito, Socrate affermava che il pensiero critico
è fondato non sulla verità ma sul DUBBIO.
Citando un altro grande filosofo, Cartesio dichiarava “Cogito ergo
sum”, ovvero che il pensiero è la nostra ESSENZA. Ogni volta che
accettiamo acriticamente qualcosa che ci viene detto, ogni volta che non ci
mettiamo in discussione ed ogni volta che rinunciamo ad approfondire e a farci
domande, delegando la fatica agli altri, noi perdiamo un pezzo di noi stessi.
Dott.ssa Silvia Roncallo